Rebecca Parrinello
Cambiare prospettiva
Nell’ ottobre 2017 ho partecipato per la prima volta ad un viaggio in Africa organizzato dall’associazione HPS. È stato qualcosa di entusiasmante e doloroso allo stesso tempo. Non è facile mettere nero su bianco quello che ho vissuto perché le emozioni lì si accavallano una sopra l’altra facendo eco ad una colonna sonora emotiva silenziosamente rumorosa. La lacerazione più profonda è nata nel vedere la disparità esistente che all’improvviso si palesa davanti come fosse normale, sembra accettata da tutti senza sconvolgere più nessuno, tranne te. Ogni cosa si sovverte e le necessità diventano superficialità. Si può imparare ad abbracciare una vita come la più preziosa delle cose che stringiamo forte tra le braccia, si impara a restare in silenzio, ad ascoltare… a donarsi liberamente come l’unico modo, nella nostra effimera vanità, in grado di riscaldare un altro cuore che ha bisogno di me, di te, come abbiamo profondamente bisogno gli uni degli altri.
E non vuoi più tornare indietro…
Qualcosa in quegli odori e in quei colori ti accompagna alla parte più intima di te. Come se all’improvviso la semplicità umana, lontana dalla nostra routine, tornasse ad essere tutto quello di cui realmente hai bisogno. E ora non vuoi più tornare indietro. Laureata in antropologia, e da sempre interessata al mondo altro, sono a conoscenza delle dinamiche con le quali si gestisce un’ “azienda” e questo mi ha sempre fatto avere un pensiero che poco stimasse l’operato di queste, ma con HPS, essendo a totale conoscenza di come vengono amministrate le risorse e le entrate, mi sento felice di cooperare. Ho capito che un progetto si può davvero realizzare con la volontà e la trasparenza. Ho capito che non è utopia, ma aiutare le persone è possibile e che goccia dopo goccia si possono dissetare migliaia di persone. La costruzione del nostro pozzo d’acqua nel villaggio di Mtakuja ne è l’esempio.