Quella che vedete era la pozzanghera scavata a mano da cui circa 2000 persone per anni attingevano acqua piovana e stagnante piena di rane e insetti. La stessa pozzanghera è stata  causa di morte donne e bambini morti franando nello stagno nel tentativo di raccogliere l’acqua. Quest’anno, abbiamo dedicato i nostri sforzi alla costruzione di un nuovo pozzo d’acqua in un villaggio in cui la sete era diventata un simbolo di dignità perduta. Questa iniziativa non si limita a fornire un’importante risorsa vitale, ma rappresenta anche un atto di ripristino della dignità umana, sottolineando la nostra responsabilità collettiva nei confronti di comunità che troppo spesso rimangono nell’ombra.