Carlo Pizzi
P
otrei iniziare, descrivendo le meraviglie scoperte lungo questo viaggio. Un continente straordinario, dove ogni angolo, regala immagini che restano impresse negli occhi, come fotografie scattate su una pellicola. Ma in realtà è stato un viaggio interiore, nelle profondità del mio essere. Ho avuto la possibilità, di rafforzare aspetti che da sempre fanno parte della mia essenza, come l’empatia e l’amore. L’mpatia, questa meravigliosa arte di comprendere le emozioni degli altri. L’amore, nella sua forma più pura, quella che si rivolge più al prossimo che a sé stessi. Un amore più ancestrale, capace di offrire comprensione profonda e di restituire molto più di quanto si possa immaginare, senza per forza ricevere qualcosa in cambio. Ho assimilato il concetto di umanità nella sua forma più integra e sincera e realizzato che probabilmente, abbiamo dimenticato cosa significhi appartenere ad una stessa famiglia, quella di Dio. Ho consolidato l’idea che le differenze nel prossimo sono in realtà etichette create soltanto dalla società, proprio come quelle dei prodotti al supermercato. Purtroppo, credo che la nostra società ci abbia portato a trattare le persone, e soprattutto le relazioni, come oggetti; questa è una triste realtà che tutti possono vedere, ma che difficilmente si ha il coraggio di riconoscere.
appartenere ad una stessa famiglia, quella di Dio
Questa esperienza mi ha insegnato “a vedere”, proprio come recita lo slogan del logo di questa associazione. Ho potuto finalmente riconoscere quanto gli ultimi, i più poveri, siano in realtà le persone più ricche in spirito che io abbia mai incontrato lungo il mio percorso di vita. Ho permesso a me stesso di abbandonare la parte presuntuosa e giudicante, lasciando più spazio possibile all’umiltà e all’ascolto. Ho preso coscienza dei miei limiti e mi sono proiettato verso un’apertura all’apprendimento. No, non sono stato io a donare loro qualcosa, se non il mio tempo. Ogni sorriso, ogni sguardo profondo segnato dallo scorrere tempo, dal dolore e dalla difficoltà quotidiana di vivere nella sopravvivenza. Ogni gesto di affetto nei miei confronti e ogni bene materiale ricevuto in un contesto dove la povertà e la miseria regnano sovrane non sono passati inosservati, e verranno custoditi nel mio cuore come un diamante in una cassaforte.